Data 25/8/2012
Difficoltà E
Tempo totale 11h30'
Dislivello totale 1.775 m.
L'escursione qui descritta è nata per caso dopo una
gita nella quale eravamo stati su Martincano, Maggiorasca, Bue e
Groppo Rosso; parlando, e partendo da uno spunto di Luigi, si è
arrivati a pensare se fosse possibile aggiungerne altre, così
siamo arrivati a fare questa traversata che racchiude quasi tutte
le cime raggiungibili in Val d'Aveto.
Dal punto di vista logistico occorre avere un'auto
al Lago delle Lame ed una al Passo Crociglia, per il ritorno.
La partenza è avvenuta alle 7.10 dal Lago
delle Lame (m.1045) risalendo inizilamente il sentiero
che porta verso il Passo delle Lame e svoltando, dopo pochi
minuti, sulla destra in un sentiero che sale regolare e con poca
pendenza fino a raggiungere Passo della Gonnella (m.1308, 45')
dove si incontra la larga sterrata che sale dal Passo delle Lame,
distante pochi minuti.
Da questo incrocio si svolta a sinistra in direzione
del Passo della Spingarda, per raggiungere, dopo pochi minuti, un
nuovo sentiero sulla destra che sale in mezzo al bosco; questo
bivio è riconoscibile per la presenza del segnavia dell'AVML (Alta
Via dei Monti Liguri).
Si risale all'interno del bosco con pendenza abbastanza regolare e
poco ripida se non in alcuni brevi tratti, fino ad arrivare ad un
punto a quota circa m.1507 (40' da Passo della Gonnella) dove si
procede svoltando a destra.
Serve un pò di attenzione perché il punto non è facilmente
riconoscibile e non presenta indicazioni, ma la traccia che porta
verso destra è abbastanza battuta; da questo punto si segue la
traccia che porta fino ad una costruzione di colore bianco sulla
quale è presente la scritta monte Abeti (m.1543,
10').
In alcuni punti la traccia può non essere molto battuta e conviene
tenersi leggermente alti; non abbiamo individuato un punto che
potesse rappresentare una cima ma si raggiunge uno spiazzo non
troppo ampio davanti a questa costruzione.
Si ritorna sul percorso appena fatto fino al
precedente incrocio e, da qui, si prosegue in direzione opposta
fino al Passo Pre' de Lame (m.1537, 45'); questo tratto è
interamente all'intorno di un bel bosco ed il sentiero in buona
parte è pianeggiante. Al passo si incontra un altro sentiero che
sale dal Lago delle Lame; il punto è facilmente riconoscibile per
la presenza di cartelli segnavia e di un pannello. Dal passo si
continua fino a raggiungere la cima dell'Aiona (m.1701,
35') dove si trova una croce vicina ad un alto ometto
di pietre e una tavola di orientamento.
Dalla cima dell'Aiona si scende fino al Passo della
Spingarda (m.1551, 30') seguendo i segnali dell'AVML attraverando
il pianoro che si trova poco sotto la cima, non prima di avere
osservato il panorama verso le prossime cime da raggiungere, la
riviera di levante e le più lontane Apuane.
Dal passo della Spingarda si scende ancora, quasi
interamente all'interno di un bosco, fino al passo dell'Incisa
(m.1468, 50') tralasciando, in questa occasione, di scendere a
Pratomollo ed all'omonimo rifugio; si passa nel punto denominato
Prato di Monte Nero (m.1560, 15') che si trova, come dice il nome,
poco sotto l'altrettanto omonimo monte e non distante dal
Cantomoro.
Qui il sentiero è molto ben battuto e si scende con regolare
pendenza. Raggiunto il passo dell'Incisa, dove si incrociano altri
sentieri, inizia il tratto verso il monte Penna (m.1735)
risalendo un sentiero all'interno di un bosco per raggiugerne la
cima in circa 40'; in cima si nota la statua dedicata alla Madonna
ed una Cappella. Durante questa escursione si è incontrato un
nutrito numero di persone che salivano sul Penna in quanto veniva,
qui, celebrato un matrimonio.
La discesa è lungo il breve tratto attrezzato con
una catena che permette di raggiungere il colletto poco sotto il
quasi omonimo monte Pennino ed il punto che rappresenta l'arrivo
del Canalino del Penna, che d'inverno è abbastanza frequentato.
Superato questo punto si procede nuovamente nel bosco fino ad un
incrocio, dove continuando a destra si arriva al monte Trevine ed
al vicino rifugio Faggio dei tre Comuni.
Invece si gira a sinistra e si scende per alcuni minuti fino ad
incontrare un successivo incrocio dove, svoltando a destra, si
arrivo a La Nave (m.1471, 35'), il
caratteristico punto dove si trova un avvallamento che ha la forma
di una chiglia di una nave.
Da La Nave, l'escursione prosegue per raggiungere il
Passo del Chiodo (m.1452, 20'), dove il sentiero lascia il posto
alla strada asfaltata.
Si perde leggermente quota ed in alcuni tratti si può camminare
lungo il sentiero che si trova a fianco della strada; questa parte
di escursione è forse la meno bella in quanto si svolge in parte
su asfalto ma è necessaria per arrivare al passo del Tomarlo
(m.1464, 1h20' circa); dal passo al monte Tomarlo (m.1550,
20') non si segue un sentiero segnato ma qualche traccia e si
procede individuando la cima via via che si sale, fino ad uscire
dal bosco.
Dalla cima si torna al passo (15' circa) e si
attraversa la strada per iniziare l'avvicinamento al monte
Martincano, percorrendo un sentiero che presenta un tratto
abbastanza ripido ma anche breve. Si incontra, quindi, il bivio
(m.1607, 30') che permetta di salire al monte Martincano
(m.1700, 10') dal quale si ha vasto panorama su buona
parte della valle e si possono vedere le cime salite fino a questo
dell'escursione.Tornati sui propri passi al bivio, si prende la
direzione verso il Maggiorasca (m.1804) che
viene raggiunto in meno di 30' incontrando alcuni segnavia che
indicano il percorso verso la Rocca del Prete ed il Prato della
Cipolla. La parte finale di questo tratto diventa più ripida ma
non è molto lunga.
Sul Maggiorasca è presente la statua della Madonna
di N.S. di Guadalupe, in onore della quale e come ringraziamento
per gli scampati pericoli durante la II Guerra Mondiale, ogni 27
agosto viene celebrata una Messa alla quale la partecipazione è
sempre molto elevata. Qui il panorama è su tutta la vallata e si
inizia a vedere parte del tratto finale delle traversata; a questo
punto della giornata si è già camminato molto ed un pò di fatica
si fa sentire.
Dalla cima (che rappresenta il più alto punto degli
Appennini Liguri) si scende andando in direzione del monte
Bue (m.1777), raggiungendo prima un colletto (m.1707,
15') per poi risalire ancora 10' fino alla sua cima, dove si trova
l'arrivo della seggiovia ed il rifugio da poco nuovamente in
funzione. Al di sotto del Bue si nota il Prato Grande posto in
direzione est verso il territorio emiliano.
Dal Bue si scende seguendo la larga sterrata che
d'inverno diventa pista per lo sci, verso il Prato della Cipolla
(m-1580, 25') ed al rifugio, dove, alla fonte, si possono riempire
le borracce e mettersi in cammino verso il rifugo Astass ed al
vicino monte Groppo Rosso (m.1593, 35'): tutto questo
tratto si svolge all'interno di un bosco con minimo dislivello.
Dalla cima si vede chiaramente Santo Stefano d'Aveto; si torna
brevemente sul percorso appena effettuato per salire sulla
sinista, e raggiungere il monte Roncalla (m.1683, 15').
Questo tratto non è lungo ma leggermente ripido ed a questo punto
della giornata, il ritmo può risultare meno veloce ma l'intenzione
di questa giornata non era certo quella di stabilire dei record;
si supera un primo tratto nel bosco e si arriva ad una piccola
radura dove si nota un cartello con la dicutura "escursionisti
esperti" che indica la parte di discesa da seguire.
Terminata la ripida discesa si raggiunge una breve
cresta prima di rientrare nel bosco e passare sul monte
Ciapa Liscia (m.1594); questo tratto presenta alcuni
brevi saliscendi ed un punto leggermente esposto dove occorre un
pò di attenzione specie se fosse bagnato. Superato il bosco si
passa accanto ad una recinzione e si incontra prima un segnavia ed
a poca distanza, sempre in direzione del Passo Crociglia, una
nuova indicazione per scendere al prato che si trova al monte
Ciapa Liscia.
Ancora 15' circa permettono di arrivare al Passo
Crociglia (m.1503) ed al termine di questa bella e
divertente traversata.
Oltre alla parte escursionistica, è stato grande il
piacere di condividere questa "avventura" con amici come Marta,
Luigi e Nico; per tutti noi la Val d'Aveto rappresenta non
solo un punto geografico.
Un ringraziamento a "Guanzi" che ha partecipato alla prova, fatta
alcuni giorni prima, del tratto dal Lago delle Lame al monte degli
Abeti.
Speriamo che alla prossima "avventura" di essere
anche più numerosi per maggiormente condividere queste belle
giornate.
L'intera traversata non presenta punti di
particolare difficoltà di percorso ed orientamento, occorre
comunque un buon allenamento perché alla fine il dislivello è
notevole.
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